La Monstera variegata
Tutte le varietà di Monstera variegata: nomi, differenze, rarità e consigli.





Introduzione alle tante monstere variegate
La Monstera, pianta tropicale appartenente alla famiglia delle Araceae, è da tempo protagonista indiscussa tra le specie ornamentali da interno. Negli ultimi anni, l’interesse verso le sue forme variegate ha raggiunto livelli straordinari, alimentato sia dalla bellezza delle sue foglie screziate sia dalla crescente diffusione di cultivar rare, instabili o frutto di selezioni mirate.
Nel linguaggio botanico, la variegatura indica un’anomalia genetica (spesso settoriale, a mosaico o chimerica) che determina l’assenza o la riduzione di clorofilla in alcune parti della foglia. Questo fenomeno si traduce visivamente in macchie, striature o interi settori bianchi, crema, gialli o verde chiaro. In alcune varietà si tratta di mutazioni spontanee, in altre di linee orticole stabilizzate attraverso la micropropagazione.
Questo articolo esplora in modo sistematico le principali variegature presenti nel genere Monstera, con attenzione non solo alle cultivar più diffuse, ma anche alle nuove varietà emergenti, alle mutazioni instabili e alle difficoltà nella loro classificazione. Un contributo per appassionati, collezionisti e professionisti del settore che desiderano approfondire con rigore scientifico, ma linguaggio accessibile, un tema tanto affascinante quanto complesso.
Scopri le varietà di Monstera variegate – Guida visiva con un collezionista indoor
In questo video, Josh – collezionista di Monstera nella zona di Seattle – ci accompagna alla scoperta delle principali varietà di Monstera deliciosa coltivate indoor. Una guida chiara e visiva pensata per chi vuole imparare a distinguere forme, fenotipi e mutazioni di questa pianta iconica.
Perfetto per appassionati, collezionisti e neofiti, questo primo episodio introduce anche alcuni consigli base su cura, propagazione e illuminazione.
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Le variegature come strategia di difesa:
simulare una pianta malata per non essere mangiata
Sebbene la variegatura riduca la capacità fotosintetica delle foglie, in alcuni contesti naturali può avere un valore difensivo indiretto. Alcune piante sembrano sfruttare variegature o pattern irregolari per simulare uno stato di malattia o di danneggiamento.
Questa illusione ottica potrebbe scoraggiare l’attacco da parte di erbivori o insetti fitofagi, che tendono a evitare piante dall’aspetto compromesso.
Questa teoria, nota come "mimetismo da difetto", è stata oggetto di diversi studi, in particolare nel caso delle piante con macchie irregolari o pigmentazioni atipiche. L’ipotesi è che l’aspetto non uniforme venga interpretato dagli insetti come segnale di scarsa vitalità, scarsa qualità nutrizionale o presenza di parassiti.
Alcuni punti chiave di questa strategia ecologica:
Evitare l’attenzione: le foglie variegate possono confondere insetti come afidi, tripidi o coleotteri, che preferiscono tessuti verdi uniformi.
Simulare infezioni o stress: striature giallastre o chiare possono somigliare a sintomi di virus, morsi o clorosi.
Effetto ottico deterrente: in alcuni casi, i bordi irregolari della variegatura rendono difficile per i predatori localizzare i punti ideali per il pasto o per la deposizione delle uova.
È importante sottolineare che questa non è una regola evolutiva universale, ma una possibile coevoluzione adattativa, più probabile in ambienti dove la pressione dei predatori è alta e la concorrenza vegetale è relativamente bassa.
Nota scientifica di approfondimento
Uno studio condotto nel 2009 presso l’Università di Kyoto ha osservato che alcune piante tropicali del genere Begonia e Aglaonema mostrano pattern fogliari irregolari che mimano i danni da virus o l’azione di fitofagi. Gli autori hanno ipotizzato che queste colorazioni abbiano una funzione deterrente verso gli insetti, analogamente a come certi animali utilizzano il mimetismo difensivo.
Fonte: Lev-Yadun S., Inbar M. (2002). Defensive coloration in plants: a review of current ideas and evidence. In Botanical Review, 68(3), 375-392.
Le variegature in natura: un'anomalia tollerata, non un vantaggio evolutivo
La variegatura fogliare è un fenomeno che colpisce molte specie vegetali, ma rappresenta un’eccezione piuttosto che una regola. In natura, infatti, le piante variegate sono rare, e sopravvivono soltanto in condizioni ambientali molto specifiche. La causa principale di queste colorazioni insolite è la mancanza parziale o totale di clorofilla in alcune cellule fogliari. Ma perché una pianta dovrebbe "scegliere" di produrre meno clorofilla?
Una mutazione tollerata, non selezionata
Dal punto di vista evolutivo, le variegature non rappresentano un vantaggio, anzi: riducono la superficie attiva per la fotosintesi e compromettono l'efficienza energetica della pianta. Tuttavia, in ambienti ombreggiati e stabili, come il sottobosco delle foreste tropicali, alcune variegature possono persistere senza compromettere gravemente la sopravvivenza della pianta.
Spesso si tratta di mutazioni spontanee che non vengono eliminate dalla selezione naturale semplicemente perché non letali. In altri casi, la variegatura può derivare da instabilità genetiche, dovute alla riproduzione vegetativa o all’attivazione di retrotrasposoni nel DNA.
Il compromesso con la luce
Le foglie variegate hanno una minore capacità fotosintetica, ma in alcuni casi mostrano pattern che riflettono la luce o che simulano danni, malattie o predazioni precedenti. Alcune teorie ecologiche ipotizzano che questi pattern possano agire da deterrente visivo per insetti o erbivori, inducendo una preferenza per altre piante più “sane” all'apparenza.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si tratta di effetti collaterali non adattativi. Le piante variegate crescono più lentamente, accumulano meno risorse e sono generalmente più sensibili agli stress ambientali rispetto alle loro controparti completamente verdi.
Variegature spontanee: quando la natura si sbilancia
In alcuni casi, le variegature possono comparire casualmente su una singola foglia o porzione di fusto: si tratta delle cosiddette mutazioni “sport”. Se la mutazione coinvolge cellule meristematiche (cioè cellule capaci di generare nuovi tessuti), la variegatura può essere trasmessa vegetativamente, dando origine a una nuova pianta variegata.
Molte delle varietà più desiderate oggi in commercio, come la Monstera 'Albo' o la Thai Constellation, nascono proprio da queste anomalie spontanee, successivamente selezionate e stabilizzate in laboratorio tramite tecniche di micropropagazione o coltura in vitro.


Lo sapevi che…
Le Monstera variegate esistono anche in natura, ma sono rarissime?
Le variegature nelle Monstera possono comparire spontaneamente in natura, ma si tratta di mutazioni genetiche instabili. Queste piante, con parti di foglia prive di clorofilla, crescono più lentamente e sono meno competitive nei loro habitat tropicali, motivo per cui difficilmente sopravvivono a lungo in ambienti selvatici. La maggior parte delle Monstera variegate che vediamo oggi deriva da selezioni orticole o mutazioni spontanee stabilizzate in coltivazione.
Nel contesto della propagazione vegetativa e dell’orticoltura tropicale, la distinzione tra variegature stabili e variegature instabili ha implicazioni fondamentali sia per la conservazione delle cultivar sia per la loro riproduzione. La stabilità di una variegatura dipende da fattori genetici, fisiologici e tecnici, come il tipo di mutazione che l’ha originata e il metodo di propagazione impiegato.
Variegature stabili
Una variegatura si definisce “stabile” quando il pattern cromatico si mantiene costante e prevedibile nel tempo e nelle nuove generazioni propagate vegetativamente. Queste piante derivano generalmente da linee selezionate e moltiplicate in vitro.
Caratteristiche: Origine genetica chiara e replicabile.Presenza di cellule variegate nei tre strati meristematici (L1, L2, L3).
Propagazione tramite micropropagazione o coltura meristematica.
Pattern omogenei e ripetibili.
Esempi: Monstera ‘Thai Constellation’: ottenuta tramite ingegneria tissutale, presenta variegature crema su base verde, con pattern marmorizzati piuttosto costanti.
Alcune linee di Monstera ‘Mint’ selezionate e riprodotte in laboratorio.
Vantaggi: Affidabilità nella coltivazione e nella vendita.
Bassa regressione del pattern nel tempo.
Maggiore adattabilità alle pratiche colturali.
Variegature instabili
Le variegature instabili sono il risultato di mutazioni somatiche spontanee (sport) che interessano solo alcuni tessuti o porzioni cellulari.
Queste mutazioni possono non essere presenti in tutti i livelli meristematici, il che comporta una trasmissibilità incerta della variegatura nelle talee o nelle nuove crescite.
Caratteristiche: Origine spontanea, non controllata.
Pattern irregolari, asimmetrici o mutevoli da foglia a foglia.
Rischio di regressione (perdita della variegatura) o di dominanza bianca (assenza di clorofilla).
Propagazione per talea tradizionale.
Esempi:
Monstera deliciosa ‘Albo-Variegata’: presenta ampie variazioni tra gli esemplari e alta imprevedibilità nella propagazione.
Monstera sport variegated: mutazioni casuali, spesso non riproducibili.
Limiti:
Maggiore rischio di instabilità vegetativa.
Crescita più lenta o irregolare.
Necessità di selezionare talee con il giusto equilibrio tra tessuto verde e variegato.
Implicazioni pratiche
Per il collezionista o il coltivatore, riconoscere la natura stabile o instabile di una variegatura è cruciale per gestire:
Le aspettative estetiche (le variegature possono cambiare nel tempo).
Le tecniche di potatura e propagazione (tagliare sotto un nodo verde può far perdere la variegatura).
Il valore economico della pianta (le variegature stabili sono in genere più costose e meno rischiose).
Nel contesto della propagazione vegetativa e dell’orticoltura tropicale, la distinzione tra variegature stabili e variegature instabili ha implicazioni fondamentali sia per la conservazione delle cultivar sia per la loro riproduzione. La stabilità di una variegatura dipende da fattori genetici, fisiologici e tecnici, come il tipo di mutazione che l’ha originata e il metodo di propagazione impiegato.


Tipi di variegatura nella Monstera
Nel contesto botanico, la variegatura può presentarsi in diverse forme, ciascuna con caratteristiche morfologiche, genetiche e visive peculiari. Le varietà ornamentali di Monstera rappresentano un caso emblematico di questa diversità, offrendo un’ampia gamma di fenotipi che vanno dalle variegature bianche settoriali a pattern marmorizzati, fino a tonalità gialle o verdastre. Di seguito, una panoramica dei principali tipi di variegatura osservati nel genere Monstera.
Variegatura "Albo"
È la forma più iconica e riconoscibile. Si presenta con settori bianchi puri (assenza completa di clorofilla) che contrastano nettamente con il verde intenso della lamina fogliare.
Origine: mutazione spontanea.
Caratteristiche: può assumere forme settoriali, marmorizzate o “half moon” (foglie divise a metà tra bianco e verde).
Stabilità: instabile; la propagazione da talea può portare a perdita o variazione del pattern.
Esempi: Monstera deliciosa 'Albo-Variegata', Monstera borsigiana 'Albo'.
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Variegatura "Aurea"
Questa forma di variegatura è caratterizzata da striature o settori giallo oro, a volte con sfumature tendenti al crema o all’arancio.
Origine: mutazione spontanea.
Caratteristiche: aspetto meno netto rispetto all’albo, spesso con sfumature irregolari.
Stabilità: variabile, ma tendenzialmente inferiore rispetto alla variegatura bianca.
Esempi: Monstera deliciosa 'Aurea Marmorata', Monstera 'Creme Brulee'.
Variegatura "Mint"
Si distingue per il colore verde chiaro, talvolta tendente al grigio-argenteo o al verde pastello.
Origine: ancora poco chiara; potrebbe derivare da una combinazione genetica o da instabilità fotosintetica.
Caratteristiche: aspetto meno contrastante, con pattern più morbidi e diffusi.
Stabilità: mediamente instabile.
Esempi: alcune linee selezionate di Monstera Thai Constellation mostrano fenotipi mint, così come alcune mutazioni “Sport”.
🍃 Curiosità botanica
Le foglie prive di clorofilla, sebbene bellissime, non contribuiscono alla fotosintesi. È per questo che molte piante variegate devono mantenere almeno una parte verde per sopravvivere.


Variegatura marmorizzata
Qui la clorofilla è distribuita in modo irregolare, creando un effetto “marble” simile al marmo.
Origine: spesso legata a mutazioni casuali o sport.
Caratteristiche: alternanza di macchie verdi, chiare e bianche sulla stessa foglia.
Stabilità: dipendente dal metodo di propagazione e dal tipo di mutazione.
Variegatura settoriale
Coinvolge intere sezioni della foglia, spesso lungo un asse preciso. Le cosiddette “half moon” o “split leaf” ne sono esempi estremi.
Caratteristiche: forte asimmetria, con presenza di clorofilla da un solo lato della foglia.
Stabilità: molto instabile; piante con dominanza di tessuti acromatici rischiano la degenerazione.
Variegatura a mosaico
La distribuzione della clorofilla segue pattern irregolari a livello cellulare. Visivamente può risultare come una grana fine o una tessitura velata.
Origine: mutazione a livello del meristema.
Esempi: alcune Monstera adansonii variegata e varietà meno comuni di Monstera obliqua.

La propagazione delle variegature instabili
Le varietà di Monstera con variegatura instabile, come la ‘Albo’ o le forme “sport”, non garantiscono la trasmissione uniforme del pattern durante la propagazione. La variegatura in questi casi deriva da mutazioni non presenti in tutte le linee cellulari della pianta (ad esempio solo nel meristema L1 o L2), e pertanto può regredire o mutare nelle nuove crescite.
Aspetti da considerare nella propagazione:
1. Selezione del nodo
È fondamentale che il nodo da cui si effettua la talea presenti visibilmente tessuti variegati. Se il nodo è completamente verde, esiste un’alta probabilità che la nuova crescita non mostri alcuna variegatura.
2. Bilanciamento clorofilliano
Una talea costituita quasi interamente da tessuto privo di clorofilla (bianco puro) è a rischio di necrosi: non sarà in grado di produrre sufficiente energia per radicare e svilupparsi.
Il miglior equilibrio si ottiene con talee che mostrano variegatura mista, cioè porzioni sia verdi sia variegate nella stessa foglia o nello stesso picciolo.
3. Rischio di regressione
Alcune piante, se potate in punti errati o sottoposte a stress, possono regredire completamente al fenotipo verde, perdendo la variegatura. Questo fenomeno è noto come reversion.
4. Mutazioni post-talea
In alcuni casi, la pianta madre può continuare a produrre foglie variegate anche dopo il taglio, mentre la talea genera solo foglie verdi. È quindi importante osservare entrambe le porzioni dopo la divisione.
5. Luce e stimoli ambientali
Anche se la variegatura è determinata geneticamente, fattori ambientali (intensità luminosa, temperatura, umidità) possono influenzarne l’espressione fenotipica, accentuandola o riducendola nel tempo.
Questa instabilità fa parte del fascino — ma anche della sfida — nel coltivare Monstera variegate non stabilizzate. Il collezionista deve agire con attenzione e consapevolezza, monitorando ogni nuova crescita per cogliere segni di regressione o mutazione.

Le basi fisiologiche e genetiche della variegatura
La variegatura fogliare è un fenomeno che si manifesta visivamente con l’alternanza di tessuti verdi e privi di clorofilla. Tuttavia, dietro a questo effetto estetico si celano processi cellulari, genetici e fisiologici complessi, che coinvolgono la formazione dei tessuti vegetali, la regolazione genica e, in alcuni casi, la trasmissione clonale del tratto.
Il ruolo della clorofilla e dei plastidi
La clorofilla è un pigmento essenziale per la fotosintesi, contenuto nei cloroplasti (un tipo di plastidi). Le variegature si generano quando, per mutazione genetica o alterazione epigenetica, alcune cellule non riescono a produrre correttamente la clorofilla o i plastidi associati.
Le zone variegate risultano quindi:
Bianche o crema, se completamente prive di pigmenti fotosintetici.
Gialle o verde chiaro, in caso di clorofilla ridotta o parziale.
Queste cellule sono morfologicamente vive, ma metabolicamente meno attive, rendendo le piante variegate meno efficienti nella produzione di energia.
Le mutazioni chimeriche
Uno dei meccanismi più frequenti nella Monstera è la chimera genetica, in cui due o più linee cellulari geneticamente diverse coesistono nella stessa pianta. Queste linee si sviluppano in strati distinti del meristema (i tessuti embrionali che formano le nuove parti della pianta), noti come:
L1 (strato esterno) – coinvolge epidermide e margine fogliare.
L2 (strato intermedio) – forma la lamina fogliare e i tessuti interni.
L3 (strato profondo) – contribuisce al fusto e alla struttura vascolare.
A seconda di dove si verifica la mutazione, la variegatura può risultare:
Settoriale: se colpisce solo parte del meristema.
Periclinale: se coinvolge un intero strato (più stabile).
Mericlinale: instabile, perché parziale e non sistemica.
Retrotrasposoni e instabilità genetica
Alcune variegature, come quelle osservate in Thai Constellation, sembrano legate all’attivazione di retrotrasposoni, elementi mobili del DNA che alterano l’espressione genica. Questi frammenti possono silenziare o attivare geni associati alla produzione di clorofilla in modo imprevedibile, generando pattern mutevoli anche all’interno della stessa pianta.





La trasmissione della variegatura
La variegatura può essere trasmessa:
Per via vegetativa: tramite talee, divisione, margotta o coltura in vitro.
Solo se presente nei tessuti meristematici attivi.
Non è trasmissibile per seme, in quanto non ereditabile geneticamente in modo diretto (salvo casi eccezionali o ibridazioni molto avanzate).
Conseguenze fisiologiche per la pianta
Le piante variegate mostrano:
Crescita più lenta, per ridotta capacità fotosintetica.
Maggiore sensibilità alla luce intensa (le parti bianche si ustionano più facilmente).
Richiesta di condizioni ambientali stabili, per evitare regressioni o stress fisiologici.
Questo rende la loro coltivazione più complessa, ma anche più affascinante, proprio per il delicato equilibrio tra genetica, estetica e fisiologia.


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L’universo delle Monstera variegate è in continua espansione, alimentato dalla selezione vivaistica, dalle mutazioni spontanee e dall’interesse crescente di collezionisti e professionisti del verde ornamentale.
Di seguito una rassegna dettagliata delle principali varietà oggi conosciute, distinguendo tra cultivar stabili e instabili, linee orticole diffuse e sport emergenti.



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